Working anytime, anywhere – Agosto 2020

 

 

Dall’introduzione:

In questi mesi per gran parte dei tecnici e ingegneri la principale novità lavorativa è rappresentata dal lavoro in remoto da casa.
Ad oggi è ancora difficile una quantificazione statistica, le stime che circolano oscillano con una forbice molto ampia, alcuni
parlano di 2 milioni altri addirittura di 6 milioni di lavoratori in questa modalità.
Non sappiamo ancora se a settembre riprenderanno i contagi, ma è probabile un prolungamento di questo tipo di lavoro ancora
per mesi. Anche su questo il dibattito prevede scenari molto diversi, da chi sostiene che gradualmente si tornerà come prima a
chi sostiene che il mondo del lavoro cambierà radicalmente.
Abbiamo pensato di pubblicare questo rapporto dell’Ilo del 2017 per avere ulteriori spunti di riflessione.
È vero che il rapporto è pre-coronavirus e all’epoca lavorare da casa riguardava una esigua minoranza di lavoratori, ma
l’aspetto interessante è che vengono messi a confronto diversi paesi in un momento in cui questo aspetto non era sotto i
riflettori come oggi. Le direzioni aziendali avevano un atteggiamento molto differente, si andava dalla Spagna dove era
scarsamente utilizzato fino alla Svezia in cui invece era incentivato. Da questo report emerge che nel complesso, l’incidenza
del lavoro da remoto variava sostanzialmente, dal 2% al 40% di dipendenti, a seconda del paese, dell’occupazione, settore e
la frequenza con cui i dipendenti si impegnano in questo tipo di lavoro.

 

 

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