Più che il sole e il vento a incidere sulla transizione green sarà il sottosuolo; la domanda di alcune specifiche materie prime, impiegate nella produzione di batterie e più in generale nei processi di ristrutturazione elettrica e digitale, è destinata a crescere drasticamente.
L’Unione Europea, a valle della crisi pandemica e della guerra in Ucraina, si è resa conto di quanto le catene di approvvigionamento di questi materiali indispensabili non siano né sicure né sostenibili (riportiamo in figura la mappa delle dipendenze).
USA e UE stanno inseguendo Pechino che, da almeno un decennio, con la strategia “made in China 2025”, ha puntato su alcuni settori strategici (semiconduttori, energie rinnovabili, auto elettrica, Intelligenza Artificiale) e ha potenziato anche l’ambito estrattivo. Il ruolo dello Stato è sempre più importante nella nuova epoca dell’economia mondiale.
A marzo, la UE ha presentato il Net Zero Industry Act al fine di garantire più sussidi alle tecnologie connesse alla decarbonizzazione, ma anche per reagire all’Inflaction Reduction Act statunitense che tende ad attirare investimenti anche dai gruppi europei. In parallelo, il Critical Raw Materials Act mira a mettere in sicurezza l’approvvigionamento di 34 materie prime chiave essenziali. Gli obiettivi al 2030 sono ambiziosi: aumentare l’estrazione interna fino al 10% del consumo annuo (per alcuni minerali bisognerà salire di 3-10 volte); arrivare al 40% della trasformazione e raffinazione sul suolo UE (l’aumento del costo dell’energia complica il progetto); incrementare il riciclo fino al 15% della domanda e ridurre l’esposizione da singolo paese per ciascuna materia critica al 65% del fabbisogno.
SOMMARIO
Titolo | pag. |
FAME DI MINIERE PER IL FUTURO VERDE E DIGITALE | 1 |
Produzione elettrica: le grandi potenze a confronto | 2, 3 |
Una recensione: I limiti dell’Intelligenza Artificiale | 4, 5 |
Cronache dai luoghi di lavoro | 5, 6 |
Salari, profitti e modelli contrattuali | 7,8 |