L’auto elettrica ha una tecnologia che coinvolge i principali settori economici e industriali. Gli investimenti in atto, provocheranno una forte trasformazione sia per quanto riguarda le varie aziende sia per quanto riguarda i lavoratori.
Molto probabilmente coesisteranno un periodo di distruzione ad uno di creazione di posti di lavoro. Si contrarrà l’occupazione nel campo dell’auto “convenzionale” e della componentistica ma contemporaneamente sorgeranno nuove opportunità di lavoro nel divenire dei nuovi settori connessi all’auto elettrica: dalla produzione di batterie, alla produzione di energia elettrica, alle smart grid, ecc. Da una parte vecchie competenze saranno svalutate mentre nuove skills saranno richieste maggiormente.
Una ristrutturazione globale che non avrà una dinamica indolore. La guerra commerciale conclamata tra America e Cina, i ritardi europei, le incognite in alcuni focolai di tensione come ad esempio l’Iran, aumentano incertezza al quadro complessivo. Cambierà la geografia di alcune filiere o la localizzazione di determinate produzioni. Accordi o scontri tra gruppi avranno esiti imprevedibili, basta considerare come esempio la vicenda tra FCA, Renault e Nissan. Entreranno in gioco anche gli aspetti demografici. I paesi più avanzati, negli ultimi dieci anni, hanno visto un forte invecchiamento della popolazione attiva – quindi con necessità di aggiornare la formazione – ed una diminuzione di giovani tanto da provocare già ora la carenza di alcuni profili tecnici richiesti.
L’immigrazione sarà sempre più vitale per colmare i “vuoti” in età da lavoro. Ignazio Visco nelle considerazioni finali della relazione annuale di Bankitalia è stato molto esplicito: «Da qui al 2030, senza il contributo dell’immigrazione, la popolazione di età compresa tra i 20 e i 64 anni diminuirebbe di tre milioni e mezzo, calerebbe di ulteriori sette nei successivi quindici anni».
Giovani e anziani, italiani e migranti, lavoratori di una azienda contro quelli di un’altra sono divisioni che indeboliscono la possibilità di rivendicazione in comune. La consapevolezza del mutamento, una visione autonoma dei processi in corso, l’estensione e la forza della coalizione sono obiettivi imprescindibili.