Report ISPI: Il mondo che verrà – marzo 2022
Il 2021 è stato l’anno del mondo con il fiato sospeso. L’anno della ripresa globale dopo le ondate più intense della pandemia, ma anche quello della crisi dei prezzi dell’energia.
Le pubblicazioni del Coordinamento Ingegneri e Tecnici
Il 2021 è stato l’anno del mondo con il fiato sospeso. L’anno della ripresa globale dopo le ondate più intense della pandemia, ma anche quello della crisi dei prezzi dell’energia.
La nostra riflessione parte con una costatazione: la donna è, da un punto di vista biologico, la parte più complessa per la riproduzione della specie, per il concepimento, la gestazione, l’allevamento, e nella nostra specie l’allevamento richiede un lungo periodo di tempo.
Lo studio che presentiamo riguarda uno degli aspetti della formazione della forza lavoro. Un serio problema per un’Europa dove l’età media è abbastanza avanti negli “anta”, e il ricambio generazionale preme sugli uffici di assunzione delle imprese proprio mentre un impressionante mole di investimenti spingono alla mischia i giganti economici del pianeta, e aprono intensi processi di ristrutturazione che da un lato ridurranno l’importanza di una parte delle qualificazioni attuali, dall’altra creeranno l’esigenza di nuove qualificazioni, molto più specializzate, e attualmente molto rare sul mercato della forza lavoro.
La spesa per armamenti del 2020, ultimo dato messo a disposizione del SIPRI di Stoccolma, si aggira intorno a 2.000 miliardi di dollari: nell’anno della pandemia, mentre l’economia mondiale arretrava del 4%, la spesa militare è aumentata del 2,6% sul 2019.
Nelle tradizioni di molti popoli antichi si trovano richiami ad una presunta età dell’oro, durante la quale gli uomini vivevano in armonia tra di loro e in pace con la natura. Nella antica Grecia ne parlava Esiodo, descrivendo un epoca in cui una stirpe di uomini aurei viveva senza affanni nel cuore, lungi e al riparo da pene e miserie.
Le principali emissioni di gas serra sono conseguenze delle combustioni per generare energia termica che viene utilizzata in quanto tale, per cucinare, per riscaldarsi, oppure trasformata in altre forme di energia più idonee a usi specifici, come energia meccanica far muovere navi, aerei, treni e automobili, o energia elettrica per l’illuminazione, per gli elettrodomestici, i motori delle fabbriche, i server per i sistemi informatici e così via.
Si apre effettivamente una mobilitazione “verde” che significa: battaglia industriale nella ristrutturazione energetica, lotta sulla produttività, scontro di potenza e soprattutto un nuovo gigantesco ciclo di investimenti finanziari schierati in una guerra mondiale di capitali.
La ripresa economica sembra consolidarsi ma una serie di incognite, figlie della stagione pandemica, aleggiano minacciose. Prima di tutto la carenza di importanti forniture (chip soprattutto ma anche legname, polimeri e metalli), poi un aumento esponenziale dei noli per le portacontainer e quindi dei prezzi (incidono anche intoppi in alcuni porti causati da lavoratori contagiati dal COVID), più in generale perturbazioni e colli di bottiglia nella catena della logistica che nei decenni si è andata allungando e complicando.
Le origini del movimento operaio turco sono molto diverse da quello europeo e americano. Il proletariato turco nasce in uno stato semifeudale in agonia nel quale il capitalismo si apre la strada lentamente ma inesorabilmente, trasformando migliaia di contadini poveri e analfabeti in proletari.
Le Nazioni Unite hanno proposto la “2030 Agenda of Sustainable Development Goals” ovvero una serie di obiettivi da raggiungere entro il 2030. Tra questi c’è la riduzione, o addirittura l’eliminazione dell’esposizione ai rischi derivanti dall’attività lavorativa.