Dall’introduzione:
La presenza di un proletariato in Iran risale agli inizi del’900. Attorno al 1920 si formarono dei sindacati con qualche migliaio di iscritti, che furono soppressi alla fine del decennio. Con lo sviluppo del capitalismo, con l’aumento delle fabbriche, delle industrie petrolifere e delle ferrovie, negli anni ‘30 ‘40 il proletariato continuò a crescere numericamente, organizzandosi in associazioni con decine di migliaia di iscritti; tra il 1948 e il 1951 la massa organizzata in sindacati era di circa 360 mila persone, sufficienti a strappare una legislazione del lavoro ritenuta abbastanza avanzata per le condizioni dell’epoca. Il movimento fu però represso negli anni successivi al colpo di stato del 1953.
Ma è con le riforme agrarie degli anni ‘60, parte della cosiddetta Rivoluzione Bianca voluta allo scià, e la conseguente proletarizzazione di milioni di contadini, che si forma la moderna classe operaia iraniana, che presto diventa la maggiore classe produttiva del paese. Quindi, a parte settori petroliferi, editoria e tessile, la classe operaia iraniana è una classe giovane.
Il suo battesimo di fuoco furono le lotte del 1978-81, dove fu la colonna portante del movimento rivoluzionario.